Tetsuo (1989), Tsukamoto Shin’ya

Ciao! Mi chiamo Ludovica, classe ’97. Ho deciso di aprire questo blog per amore verso il cinema, un amore nato un po’ a caso, un po’ per spinta da parte di amici, un po’ per i film sempre più particolari che mi capitava di vedere.

Tutto ha avuto origine a causa una vera e propria delusione d’amore nei confronti del Giappone e di ciò che per tre anni questa realtà ha rappresentato per me. Conseguita la laurea triennale in giapponese, dopo non pochi pianti e altrettanta fatica, ho deciso di partire alla volta del paese del Sol Levante, sperando di ricredermi. Così non è stato e al mio ritorno ho trovato solo un enorme senso di vuoto che soltanto il cinema è riuscito a colmare. Iscrivermi ad una magistrale artistica mi ha cambiato completamente la vita, ho iniziato a mettermi in gioco, a partecipare attivamente a Festival ed eventi legati alla settima arte, arrivando a far parte della Giuria di Venezia Classici in occasione della 79ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica.

Non ho un genere preferito, né tantomeno un film, ho riscoperto però un forte interesse nei confronti del cinema giapponese grazie ad una delle mie professoresse preferite, conosciuta in magistrale. Amo il grottesco in ogni sua forma, le stramberie, la fotografia tetra, il bianco e nero. Amo i film che raccontano di gravi problemi personali o famigliari e quell’inquietudine che solo registi come Lanthimos, Lynch, Tsukamoto o Cronenberg riescono a creare.

Spero di potervi dare anche solo una piccola spinta verso il cinema oppure, se già siete degli appassionati, spero di non annoiarvi e coinvolgervi in nuovi spunti di riflessione. Se volete scambiare due parole mi trovate attiva su instagram, al link che trovate in cima alla pagina.

“Absurdity is what I like most in life.” – David Lynch